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Qual è il segreto per vivere 100 anni?

Lo stesso che può mantenere in salute il tuo business …

Se il Diavolo vi promettesse una vita centenaria, in forma fisica, ricca di profonde relazioni, momenti emozionanti e ricordi indelebili, ... non sareste tentati di firmare il fatidico contratto?

Ammettiamolo: nella moderna civiltà dell’Informatica e della Competizione questo sembra un sogno … eppure alcuni studiosi lo hanno ricercato come agenti di C.S.I. Miami, con uno zoom scientifico.

Risulta vi siano luoghi dove si vive molto, ma molto meglio che in tutto il resto del globo. Questa è la storia del villaggio di Ogimi nell’isola di Okinawa in Giappone, ma lo stesso dicasi per Icaria in Grecia, e altri luoghi unici (come Veranopolis in Brasile, un pezzo d’Italia costruito dai migranti di fine ‘800).

Scopriamone i risvolti e magari eviteremo di venderci l’anima a chicchessia, Lucifero incluso.

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Partiamo dalla fine: al di là dei soliti noti (alimentazione, vita semplice all’aria aperta, movimento fisico, clima, …) i motivi paiono risiedere … nel MOTIVO per cui viviamo, quel faro che illumina la strada, dando un senso alla nostra personale narrazione. Qui, in questo luogo agli antipodi del pianeta, l’hanno chiamato IKIGAI.

Solo chi trova il proprio IKIGAI vive bene e a lungo.

Se fosse uno scrittore di romanzi Hector Garcia (che non è imparentato con Garcia Marquez) lo avrebbe intitolato … Cent’anni di Sorrisi. Insieme al collega e amico Francesc Milralles ha sviluppato la ricerca che racconta in questo libro: “il metodo Ikigai”, edito Rizzoli. Perché la chiave per capire se si trovavano nel posto giusto era il sorriso, sempre presente nei volti degli abitanti dell'isola.

Ma bando alle ciance, andiamo al succo: il cuore di tale scoperta è svelato in una figura divenuta simbolo, talvolta abusata da sedicenti guru, speaker e chiacchieroni ai quattro venti.

Eccola:

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Sono quattro cerchi che si intersecano, ma in realtà la figura magica sottesa è la seguente:

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Tre cerchi che rappresentano ciascuno quelli che già Pierre Weil (psicologo francese per nulla incline alle chiacchiere) indicava come i tre livelli essenziali dell’essere umano, oggi dalle neuroscienze battezzati i tre cervelli: TESTA (talenti), CUORE (passioni), PANCIA (valori). Per chi ama come Pierre, e il sottoscritto, le metafore: Aquila, Leone, Bue.

Ovviamente se si rientra in una sola dimensione si è ben lontani dall’IKIGAI, ma ancor più esplicative sono le intersezioni bidimensionali:

  • Talenti che fanno ciò che amano, in assenza di una guida data da valori solidi rischiano di bruciarsi, come tanti artisti o atleti passati alle cronache mondane, soprattutto laddove il mondo paga loro un elevato valore economico, per varie ragioni.
  • Professionisti che operano con competenze riconosciute, in base a valori solidi, ma che muoiono di stress giorno dopo giorno perché non amano ciò che fanno. Pensiamo al caso di André Agassi che ha trasformato il Tennis in una professione pur odiandolo, nel rispetto di valori che il padre gli aveva instillato (leggete Open, la sua illuminante autobiografia)
  • Uomini che seguono il cuore e i propri valori, ma rinunciano alle proprie potenzialità, per esempio donandosi nel volontariato, ma senza accettare i doni che sono stati loro riservati, illudendosi che l’amore per gli altri possa prescindere dall’amore per sé stessi, per il proprio essere ciò che sono.

Riflettiamo bene su questo semplice e potentissimo strumento.

Tre cerchi che determinano un incrocio tra Talenti, Passioni e Valori.

Testa, Cuore, Pancia … Pensieri, Emozioni, Istinti.

In cosa siete allo stesso tempo Aquila, Leone e Bue?

Il quarto cerchio della prima figura può essere in realtà tenuto a parte, come un passaggio successivo: se prima troviamo il nostro IKIGAI e poi siamo in grado di incrociarlo con ciò che ha valore per la collettività, allora tutto si può tradurre in un valore economico per noi sostenibile. Lo possiamo mettere a terra e trasformare in un’occupazione di autentica soddisfazione, tramite la quale realizzarsi.

Parlo a proposito di occupazione invece di lavoro, perché per i giapponesi è tale, a tal punto da non esistere il concetto occidentale di pensione: non si va in pensione da qualcosa che da’ un senso alla vita!

 

Non è facile tradurre IKIGAI con un solo parola. La più vicina è SENSO, ma allo stesso tempo è SCOPO.

Se però guardate bene l’intersezione dei cerchi scoprirete che lì in mezzo c’è ciò che siamo, quindi possiamo parlare di IDENTITA’ .

Se infine uniamo i puntini, arriviamo a comprendere che il senso sta proprio nello scoprire chi siamo e per far ciò è necessario avere uno scopo profondo da perseguire, allineato con l’identità stessa.

IKIGAI è quindi per me SENSO, SCOPO e IDENTITA’ allo stesso tempo.

Quando lo troviamo entriamo in Flusso, il tempo si dilata e tutto scorre con naturalezza, ogni cosa ci risulta facile, immediata. Ecco perché nel volto si stampa un sorriso autentico.

E tutto ciò vale per ciascuno di noi.

< SILENZIO >

Ora vi svelo un ulteriore segreto che ho personalmente testato e che lo rende ancora più intrigante: l’IKIGAI vale per qualsiasi essere vivente, sia una persona, una squadra, un business team, un’azienda, una cooperativa, una fondazione, una scuola, un popolo, un intero paese … E’ la stessa identica idea applicata a sistemi diversi. Cambia solo il livello di zoom (ebbene sì, CSI Miami non mi dispiaceva affatto, almeno la prima serie … come si è soliti dire per giustificare una debolezza di cui ci si vergogna).

 

In particolar modo oggi, nel momento storico che stiamo vivendo, pensateci bene: un’azienda o un team senza un chiaro IKIGAI rischia seriamente Cent’anni di Solitudine. Che in gergo aziendale significa: non garantire redditività sostenibile, mancare gli obiettivi strategici, non riuscire a vincere la sfida nel lungo periodo. Perché gli uomini sono cellule che compongono l’organismo Azienda, con buona pace dell’Intelligenza Artificiale di cui molti parlano, e gli uomini sempre più hanno bisogno di realizzarsi dando un senso a ciò che fanno. O forse ne hanno un bisogno crescente proprio perché assediati da fantasmi digitali di ogni sorta … fate vobis: resta il fatto che queste forze sono innate, hanno generato filosofie e religioni per millenni. Oggi le ritrovi nel Marketing 3.0 e 4.0.

 

E ora torniamo al pratico, perché è questa l’unica dimensione che da’ un senso finito a qualsiasi pensiero: in tutto ciò sta la differenza tra i Business che scelgono di VIVERE e quelli che sopravvivono, sperando nei passi falsi della concorrenza. Tra i Business sani e quelli ammalati, destinati a spegnersi, sommersi da agonie e conflitti. Tra le aziende familiari che sanno affrontare il passaggio generazionale e quelle che vi si schiantano contro. Tra i Leader che hanno una visione capace di ispirare e quelli che si accontentano di dare ordini, come gerarchi di un’epopea sbiadita.

A tutti voi che lavorate senza sosta, passando la gran parte della giornata in trincea, chiedo:

Potete esimervi dal mettere a fuoco il vostro IKIGAI?

 

E a tutti gli imprenditori chiedo: non è ora di alzare la testa dallo schermo e diventare Leader autentici, quali siamo, capaci di pre-vedere un futuro ancora da scrivere, nell’interesse di ogni persona di buon senso? … oltre e nonostante qualsiasi Stato o tecnocrate di turno?

Sta a noi, imprenditori leader … indicare la direzione.

Sta a tutti cogliere la Sfida. Nessuno escluso.

Buona riscoperta del vostro IKIGAI, qualsiasi viaggio vogliate intraprendere.