Coaching
Il Coaching è di recente introduzione nel nostro paese, e spesso risulta un mistero.
Provo a spiegarlo in parole semplici: un Coach allena persone, team e aziende a far emergere i propri TALENTI o potenzialità, superando i limiti che ne condizionano la performance. Quindi se da solo riesci a partecipare e magari anche a vincere il campionato nazionale, il Coach è l'alleato che ti porta alle Olimpiadi. Senza non ce la fai. Un compagno di viaggio che ti segue fin in cima alle vette che vorrai scalare nella vita e nel lavoro.
Il punto chiave è che il successo parte dall'avere in testa la destinazione finale, senza non si va da nessuna parte.
Per definizioni più dettagliate ci si può rifare ai siti delle varie associazioni, dove si trovano anche i Codici Etici a cui mi attengo:
seneca
non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare
Mentoring
E' analogo al Coaching, ma in questo caso il Mentor mette a disposizione del cliente la propria esperienza diretta, l'aver scalato montagne simili, pur con tecniche e modalità proprie.
E' una competenza che richiede molto mestiere per essere dosata, senza comprimere il potenziale del cliente: i percorsi del Mentor devono risultare come fonte di ispirazione, mai come strade replicabili tout court.
Alla fine, come nel Coaching, punta a rendere autonomo il cliente. E' come se si installasse un GPS interno che ci supporta nel viaggio, definendo punto di arrivo, punto di partenza, rotte alternative, eventuale re-routing in corso (se deviamo dal cammino scelto) e monitorando lo stato di avanzamento (quanto manca alla meta). La chiave non sta solo nel software, ma ancor più nell'aver precaricato mappe quanto più dettagliate possibili. Potresti forse raggiungere Amsterdam avendo solo la mappa dell'Italia? Ecco, noi tutti nasciamo con mappe che sono assai distanti dal territorio che rappresentano: questo spiega perchè non risuciamo a fare tutto ciò che vorremmo, ma ci adattiamo bene a sopravvivere, minimizzando lo sforzo.
walter bonatti
la montagna più alta rimane sempre dentro di noi
Assessment
Qualsiasi percorso di cambiamento ha un punto di partenza che per quanto banale possa sembrare non è mai chiaro.
Anzi, spesso è del tutto sfuocato. Come fai quindi ad andare da qualche parte se non sai da dove parti? Ti serve una foto che fissi l'istantanea del sistema vivente in ogni suo aspetto. Se non ti piace, fai qualcosa di diverso per cambiarla.
diane arbus
credo davvero che ci siano cose
che nessuno riesce a vedere
prima che vengano fotografate
Quindi, quale professionista scegliere?
Il COACH ama l'arte dell'Umana Imperfezione, ricca di talenti da scoprire
Il MENTOR ha vissuto quanto basta per condividere esperienze ricche di insegnamenti
L'ASSESSOR sa immortalare il volto di un sistema vivente
Il CONSULENTE ha maturato solide competenze tecniche e sa consigliare soluzioni ad hoc
Il FORMATORE ha studiato una vita e sa come trasferirti conoscenza e passione
Perchè complicarsi la vita? Scegli un IngCoach e li avrai tutti insieme
daniel goleman
I leader più efficaci si dimostrano brillanti almeno in una competenza per ciascuna delle quattro dimensioni fondamentali dell'intelligenza emotiva
Intelligenza Emotiva, cuore delle Intelligenze Multiple
In origine ci hanno parlato solo di Q.I., Intelligenza Logico-Razionale.
In realtà siamo tutti dotati di intelligenze multiple, ciascuno avendole sviluppate a suo modo.
H.Gardner ne ha codificate 9 negli anni '80 e tutt'ora il suo modello è di riferimento (Intelligenza Motoria, Musicale ...)
Due delle 9 fanno riferimento all'Intelligenza Emotiva, la nostra capacità, secondo Daniel Goleman, di:
- riconoscere le proprie emozioni
- gestire le proprie emozioni
- riconoscere le emozioni altrui
- gestire relazioni efficaci
Le competenze emotive che ne derivano sono moltpelici e diversi sono i modelli che le hanno codificate.Tra i più conosciuti vi è appunto quello di Daniel Goleman, a cui mi riferisco, ma uso anche il modello più recente sviluppato dalla principale organizzazione americana che si occupa del tema: Six Seconds.Oggi tali competenze sono determinanti per sviluppare sè stessi e relazionarsi superando i conflitti.In particolare, qualsiasi leader dovrebbe saper navigare le proprie ed altrui emozioni agevolmente.Ma spesso questo è un campo che si sottovaluta, preferendo usare stili ormai desueti e poco efficaci nella società contemporanea.J.R.R. Tolkien
Tutto ciò che dobbiamo decidere è
cosa fare con il tempo che ci viene dato
Il Viaggio dell'Eroe: cos'è e perché è importante per tutti noi
A partire dallo studio degli archetipi Junghiani e del libro del suo allievo Joseph Campbell, L'eroe dai mille volti (The Hero With a Thousand Faces, 1973), Christopher Vogler (1949), sceneggiatore statunitense di Hollywood che ha lavorato per la Disney, ha scoperto che in tutte le grandi storie di successo si ritrova più o meno un medesimo schema. E' una struttura che utilizza i principali archetipi presenti in ogni cultura dell'umana evoluzione e per questo ci colpisce nel profondo, si tratti del mito dell'Odissea oppure di Matrix o ancora del Signore degli Anelli, fino a storie anche non epiche. A tale schema si è dato il nome di Viaggio dell'Eroe, identificando varie fasi, spiegate nel suo libro The Writer's Journey: Mythic Structure For Writers. In tali fasi possiamo vedere rispecchiate quelle della vita di ciascuno di noi. Le riporto qui di seguito per comodità:
Atto I: partenzaMondo ordinarioChiamata all'avventuraRifiuto della chiamataIncontro col mentore (il vecchio saggio)Superamento della prima sogliaAtto II: discesa, iniziazioneProveAvvicinamento alla caverna più recondita (seconda soglia)Prova centraleRicompensaAtto III: ritornoVia del ritornoResurrezioneRitorno con l'elisirTrovate i dettagli su wikipedia alla voce Christopher Vogler
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